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SSBN K-19, Storia

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view post Posted on 4/9/2010, 17:19     +1   -1




Storia

La sua costruzione ebbe inizio il 17 ottobre 1958 ed il varo avvenne l' 8 aprile 1959.

Il sottomarino fu soprannominato "Hiroshima" (Nel film "K-19 - The Widowmaker" viene invece chiamato "Fabbricavedove") poiché sin dagli inizi era apparso estremamente a rischio: era complesso da maneggiare, l’equipaggio non era sufficientemente addestrato e usava un combustibile tossico e corrosivo. Inoltre durante la sua costruzione si erano succedute svariate morti: era stato rifinito nel 1961 in tutta fretta, forse sotto pressioni politiche; vi era infatti la necessità di contrastare l’azione perlustrativa dei sottomarini americani.

Le vicende del K-19, primo SSBN sovietico, sono particolarmente note nella casistica degli incidenti dei sottomarini, in quanto l'esigenza di schierare rapidamente il battello, simbolo di potenza strategica, mise in secondo piano i requisiti di sicurezza e determinò una serie funesta di avarie e malfunzionamenti. Già nel corso della sua prima missione si registrò l'avaria di una delle pompe del refrigerante del reattore nucleare, che causò la fuoriuscita di materiale radioattivo e di conseguenza la contaminazione di alcuni membri dell'equipaggio. Un'avaria al circuito di raffreddamento nel luglio del 1961 determinò il surriscaldamento incontrollato del reattore. La fusione catastrofica fu evitata grazie al sacrificio di alcuni uomini dell'equipaggio che ripararono il circuito esponendosi a dosi letali di radiazioni. Un altro incidente nel 1972 determinò un incendio che causò la morte di 28 marinai. Nonostante queste e altre disavventure, il sottomarino restò in servizio fino al 1991. [1]
L'incidente del Luglio 1961

Il 4 luglio 1961, al comando del Capitano di primo rango Nikolaj Vladimirovič Zateev, il K-19 stava conducendo delle esercitazioni nell'Atlantico settentrionale, non lontano dalle coste orientali degli Stati Uniti. Dopo un'esercitazione, che prevedeva l'immersione sino a 400 metri di profondità, per via delle pressioni subite l'antenna di onde lunghe a bassa frequenza (quelle per trasmissioni a medio e lungo raggio) si ruppe. Mentre venivano completate le ultime esercitazioni un'avaria alle pompe di raffreddamento provocò l'abbassamento della pressione dell'acqua nel reattore di poppa. Un incidente indipendente disabilitò il sistema di comunicazioni radio a lungo raggio, ed impedì al sottomarino il contatto con Mosca. La temperatura del reattore aumentò in modo incontrollato, raggiungendo gli 800 °C — quasi il punto di fusione delle barre di combustibile nucleare — e la reazione nucleare continuò nonostante le barre di controllo fossero state inserite attraverso il sistema SCRAM. Il reattore continuò a riscaldarsi poiché il refrigerante era necessario anche durante lo spegnimento finché le reazioni non fossero diminuite. Questa avaria rischiò di provocare la fusione del nocciolo, la quale avrebbe provocato una massa critica autonoma abbastanza calda da perforare lo scafo e provocare l'affondamento del mezzo. Nonostante le richieste di Zateyev e di altri ufficiali, non era stato installato a bordo un sistema di raffreddamento secondario.

Per riparare il reattore servirono sette uomini, organizzati in squadre da due che restavano solo dieci minuti nelle vicinanze del reattore. Poiché il sottomarino non possedeva a bordo tute antiradiazioni, ma solo tute di protezione contro agenti chimici, si sarebbero sicuramente contaminati in modo letale. Ma il gruppo dei riparatori non era a conoscenza di questo rischio. Essi infatti pensavano che le tute li avrebbero protetti anche contro la contaminazione. I vapori che vennero rilasciati contenevano prodotti di fissione radioattivi, e si spansero nel sistema di ventilazione, attraverso le altre sezioni del sottomarino. Il sistema di raffreddamento riparato funzionò, ed impedì la catastrofe. Questo incidente contaminò l'equipaggio, parte del sottomarino e alcuni missili balistici presenti a bordo; l'equipaggio ricevette dosi di radiazioni considerevoli e tutte le sette persone che facevano parte del team di riparazione morirono di avvelenamento da radiazioni entro una settimana, e altre venti persone entro pochi anni. Il capitano decise di dirigersi a sud per incontrare dei sottomarini che dovevano essere li, invece di continuare la rotta prevista dalla missione. Zateyev, preoccupato di un ammutinamento, fece gettare in mare tutte le piccole armi presenti a bordo, tranne cinque pistole distribuite agli ufficiali più fidati.

Le navi da guerra statunitensi ricevettero la trasmissione e offrirono aiuto, un evento raro durante la guerra fredda. Tuttavia Zateyev, spaventato dalla caduta in mani nemiche di segreti militari sovietici, rifiutò e decise di incontrarsi con l'S-270. L'equipaggio del K-19 venne evacuato e il sottomarino venne trainato alla base. Dopo esservi giunto, il K-19 contaminò una zona di 700 metri di raggio. I reattori danneggiati vennero rimossi e sostituiti, una procedura che durò due anni. Durante questo periodo si registrarono ulteriori contaminazioni da radiazione nell'ambiente circostante e tra i lavoratori.

Durante il processo di riparazione, venne scoperto che la catastrofe fu causata da una goccia di elettrodo da saldatura, che cadde nel circuito di raffreddamento primario del reattore di poppa dopo la sua costruzione. Il K-19 tornò nella flotta, con il nuovo soprannome di "Hiroshima".

L’incidente non piacque ai vertici di Mosca: non venne data nessuna medaglia ad ufficiali e marinai poiché l’eroismo non era dovuto ad azione di guerra; il comandante venne processato e sebbene assolto non divenne mai più comandante di nessuna imbarcazione. Fu inoltre dato l'ordine di mantenere la segretezza assoluta sul disastro, che infatti emerse solo 28 anni dopo l'evento.

Notizia presa da Wikipedia
 
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